Casa ZT
Pied-à-terre di luce
Il renewing di un piccolo appartamento all’ultimo piano di un palazzo nobile veneziano.
A pochi passi dal campo e dalla chiesa Santa Maria Formosa e dall’importante intervento scarpiano alla Fondazione Querini Stampalia, Palazzo Zorzi Bon a Venezia è un notevole esempio di architettura gotica del XIV secolo.
L’imponente edificio in mattoni a vista, decorato con cornici in pietra d’Istria e una pentafora ad archi acuti al piano nobile, è sormontato da una sopraelevazione al quarto piano, risalente agli anni ‘30, che spicca sui tetti delle altre case, aprendo su tutti e quattro i lati un’impagabile veduta panoramica su Venezia.
- Tipologia Residenziale
- Luogo Venezia
- Anno 2024
- Dimensione 100 mq
L’intervento si concentra sulla sopraelevazione dell’ultimo piano: dopo la ristrutturazione generale dell’appartamento inserito nella sopraelevazione ad opera dell’architetto Marianicola Parenti, i proprietari dell’appartamento all’ultimo piano hanno affidato allo studio il compito di progettare un allestimento per trasformarlo in un pied-à-terre confortevole e ospitale anche per gli ospiti.
La struttura estremamente leggera della sopraelevazione fissava molti vincoli alla rimodulazione radicale dei volumi interni. Si è deciso quindi di rispettare l’impianto originario senza
stravolgerlo, affidandosi a gesti minimi e controllati, quasi di agopuntura, per il refurbishing gli spazi.
- Crediti fotografici Marco Cappelletti Studio
- Progetti collegati Casa ASF
Il concept si è concentrato sull’idea di enfatizzare le straordinarie caratteristiche di luce naturale degli ambienti, valorizzando il più possibile le viste su Venezia che si ritagliano dalle finestre disposte sui quattro lati, come piccoli quadri vedutisti. L’approccio essenziale e minimalista è orientato a liberare le potenzialità dei circa 100 metri quadri dell’appartamento senza saturarle, arricchendo gli ambienti con pezzi nobili del design moderno e contemporaneo, con le opere d’arte dei committenti e con l’uso di una palette cromatica varia e vivace, ispirata dai colori della città e dalla serie dei vasi cinesi di Carlo Scarpa. Le tonalità dei mobili, delle porte, delle librerie, quasi tutti disegnati su misura, sono satinate e poco brillanti per la scelta di usare il linoleum opaco come materiale principale: la superficie di linoleum assorbe i riflessi, evitando di andare in competizione con la luce naturale.
La casa si inaugura con un vestibolo dal quale si accede allo spazio principale, con la cucina e la sala da pranzo. Lo sviluppo degli spazi si orienta lungo un asse principale, accompagnato dalle linee delle vecchie travature a vista in larice, recuperate nel loro splendore. La piccola cucina, su cui campeggia un’opera di Luisa Pastor, è attrezzata con un’isola costituita da un piano in marmo di carrara e da un modulo USM di colore blu e confina con lo spazio della sala da pranzo: in questo ambiente “magico”, ricavato tra due colonne, una pedana di colore azzurro eleva la quota del pavimento, permettendo di raggiungere con più facilità la sequenza delle alte finestre che si aprono sui tetti e sul panorama.
Il tavolo da pranzo, disegnato bespoke con la base in legno nero lucido e il piano rosso, è una citazione della gondola e sembra galleggiare sul filo d’acqua azzurra della pedana. I punti luce sono delle applique che alternano il giallo becco delle Voilant di Charlotte Perriand al grigio chiaro delle Nemo Marseille di Le Corbusier. Il living, nella stanza accanto, è allestito intorno al divano modulabile in toni grigi e neri. Nere sono anche le due librerie in linoleum e compensato che foderano la parete di fronte. Una scultura perpendicolare di Arcangelo Sassolino, di un colore verde rame, si allinea percettivamente alla sagoma del campanile di San Marco, visibile dalla finestra. Una scala in metallo conduce a uno spazio soppalcato e multitasking, che può diventare sala gioco o camera da letto supplementare.
Al di là della zona giorno le due camere, molto essenziali negli allestimenti, sono schermate da porte scorrevoli azzurro-grigie. In fondo al corridoio, l’appartamento è chiuso da un piccolo
bagno che nasconde un dettaglio molto particolare: la finestra posta sopra il lavabo non incornicia un vetro ma uno specchio: si potrà decidere così di tenerla chiusa per vedere
la propria immagine riflessa, o di tenerla aperta per ammirare il paesaggio di fuori. I pavimenti in iroko naturale, infine, sono stati assemblati seguendo un’inedita posa gemella.






















